Egregio Presidente, Magnifici Rettori,
nei prossimi giorni si avvierà a conclusione la trattativa tra Aran e OO.SS. sulla ridefinizione dei Comparti di Contrattazione prevista dal Dlgs. 150/09.
Nel confronto in corso è sempre più concreta la possibilità che il comparto Università venga accorpato con la Scuola, con la conseguente eliminazione di un luogo "ad hoc" in cui vengano trattate le peculiarità del settore.
In diverse occasioni abbiamo avuto modo di sostenere che tale ipotesi di assetto contrattuale penalizzi in modo irrimediabile l'Università pubblica. L'introduzione di una semplificazione forzata sul piano contrattuale rischia infatti di non rappresentare ed anzi disconoscere progressivamente le singolarità delle attività e delle funzioni svolte dalle Università, assolutamente diverse e non riconducibili a quelle tipiche della Scuola.


Siamo convinti che tali temi siano estremamente rilevanti e sollevino questioni che vanno ben al di là di mere implicazioni di natura contrattualistica.
A nostro parere l'Università nel suo complesso può essere valorizzata solo riconoscendone le specificità.
Al contrario, una eventuale confluenza nello stesso comparto della Scuola porterebbe inevitabilmente ad una marginalizzazione del peso e ad una contrazione irrimediabile delle potenzialità, con effetti negativi non solo per le istituzioni interessate ma anche per il Paese e per lo stesso sviluppo della conoscenza e dell'innovazione.
Rappresentiamo che questa O.S. ha posto in più occasioni la necessità di salvaguardare specificità non assimilabili, sostenendo che uno dei 4 comparti contrattuali (nei quali la legge 150/09 costringere a comprime gli attuali 11) sia riservato a Università, Enti di Ricerca, istituzioni AFAM, che condividono la missione dell'alta formazione, della ricerca, della innovazione e sono produttori di PIL, motori dello sviluppo e della crescita del Paese.
La loro specificità risponde al primo dei criteri presupposti dall'ARAN per la costituzione dei comparti; insieme, inoltre, i tre settori soddisferebbero anche il secondo criterio, quello della numerosità, offendo adeguata massa critica in termini di numero di addetti.
E' opportuno considerare che il contratto collettivo nazionale di lavoro è il solo strumento che può garantire contrattualmente tutte le professionalità che operano in questi settori, altrimenti gli addetti sarebbero "affogati" (vista la esiguità numerica) nell'oceano dei dipendenti della scuola (quasi 20 volte più numerosi della somma dei tre comparti).
Inoltre con una normativa contrattuale unica e caratterizzante per un comparto fortemente anomalo rispetto agli altri, come quello proposto (Università Ricerca e AFAM), si possono salvaguardare quelle specificità per il personale precario che come si sa ha caratteristiche, funzioni e norme peculiari in questi tre settori.
L'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale (ARAN), interlocutore dei sindacati per l'accordo quadro da sottoscrivere, ha dichiarato di aver ricevuto un indirizzo di carattere generale da parte del Governo, e di attendere una formalizzazione più stringente in base a cui chiudere in tempi brevissimi l'accordo su tutti e 4 i comparti disponibili.
Ciò consente di intervenire con un qualificato parere, come quello che può esprimere la conferenza dei Rettori ed ognuno dei Magnifici, che può essere decisivo in questa delicata fase.
Chiediamo pertanto alle SS.VV. di assumere una decisa posizione pubblica per affermare l'incoerenza di scelte che rischiano di essere adottate nel silenzio generale, e auspichiamo che le SS.VV. vorranno condividere la richiesta, da rappresentare sia al Governo che all'ARAN, di un unico comparto contrattuale per Università, Ricerca, AFAM, nella convinzione che ciò costituirebbe quell'autorevole intervento in grado di avere un indiscusso peso per lo spostamento degli assetti.
Ringraziando, si resta a disposizione.

Il Segretario Generale
UIL RUA
Sonia Ostrica

 

 

 

 

 

 

 

Seguici

 Facebook

  Instagram